Cos’è la Digital Economy
La trasformazione digitale non è più un fenomeno astratto o emergente: è il contesto attuale in cui si sviluppano le nostre attività quotidiane, personali e professionali.
Questo processo ha dato origine a quella che oggi definiamo Digital Economy, ovvero l’insieme delle attività economiche rese possibili dalle tecnologie digitali come internet, il cloud computing e l’intelligenza artificiale.
Negli ultimi anni, la Digital Economy ha mostrato un’accelerazione impressionante, diventando uno dei principali motori di crescita a livello globale. Le vendite e-commerce, ad esempio, sono aumentate del 60% tra il 2016 e il 2022, raggiungendo i 27 trilioni di dollari.
Ma con l’aumento delle attività economiche digitali, emerge una nuova esigenza: la fiducia. Le tecnologie non bastano se non possiamo essere certi dell’identità dei nostri interlocutori online, dell’autenticità dei documenti scambiati o dell’integrità delle transazioni digitali.
È qui che si apre il passaggio verso un’economia basata non solo sulla digitalizzazione, ma sulla fiducia digitale.
La nascita della Trust Economy
Si sta quindi progressivamente affermando l’idea di una “Trust Economy”, un’evoluzione naturale della Digital Economy.
Se quest’ultima ha rappresentato la prima grande ondata di trasformazione economica abilitata dal digitale, oggi sta emergendo la necessità di affiancarle un’infrastruttura solida di fiducia.
In altre parole, la Digital Economy sta traslando verso un modello in cui la fiducia diventa un presupposto essenziale per la sostenibilità e la crescita degli scambi online.
A sostenere concretamente questa evoluzione sono i servizi fiduciari: strumenti tecnologici con validità legale che consentono di attestare con certezza l’identità dei soggetti coinvolti, la validità delle firme elettroniche, o l’autenticità di un documento.
Le previsioni di mercato confermano chiaramente questa tendenza: il valore globale del mercato delle identità digitali era di 23,4 miliardi di dollari nel 2021 e potrebbe crescere fino a 93 miliardi entro il 2030. Parallelamente, il numero di verifiche di identità digitale (strong authentication in e-commerce, open banking, ecc.) passerà da 75 miliardi nel 2024 a 86 miliardi nel 2025.
Più in generale, il mercato globale della Trust Economy è stimato in 97,9 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita media annua del 11,3% (raggiungerà circa 229,2 mld nel 2032). Questi dati evidenziano come servizi e tecnologie fiduciarie (identità verificata, firme elettroniche sicure, archiviazione certificata, ecc.) stiano assumendo un peso economico sempre maggiore – segnalando la transizione verso un’economia dove la fiducia digitale è imprescindibile.
Il ruolo dei Qualified Trust Service Providers
I QTSP (Qualified Trust Service Providers) sono i fornitori di servizi fiduciari qualificati, soggetti certificati secondo il regolamento europeo eIDAS e rappresentano uno degli ingranaggi fondamentali della Trust Economy.
Il loro compito è erogare servizi fiduciari che abbiano valore legale e garantiscano affidabilità tecnica, conformandosi a rigorosi standard di sicurezza.
Tra i servizi principali offerti dai QTSP figurano:
- la firma elettronica qualificata, l’unica equiparata a una firma autografa;
- la marca temporale qualificata, che attesta in modo certo e opponibile la data e l’ora di un documento;
- il servizio di posta elettronica certificata qualificata, che garantisce integrità, tracciabilità e opponibilità delle comunicazioni elettroniche;
- la conservazione qualificata, che assicura la validità giuridica nel tempo dei documenti digitali.
I QTSP operano sotto vigilanza di un organismo di controllo nazionale e devono superare valutazioni periodiche di conformità a normative europee. Questo li rende soggetti altamente affidabili, su cui istituzioni pubbliche, imprese e cittadini possono contare per la gestione di processi digitali critici.
La rilevanza dei QTSP è testimoniata anche dai numeri: sono oltre 270 gli operatori qualificati attivi nell’area UE/SEE.
Si tratta di un ecosistema diversificato, composto da una pluralità di attori – tra cui Aruba, tra i principali QTSP europei – che contribuiscono alla creazione di un mercato unico digitale sicuro, interoperabile e basato sulla fiducia.
In questo scenario, i QTSP non sono solo fornitori di tecnologia, ma veri e propri garanti della fiducia digitale: figure centrali per l’attuazione delle politiche europee in materia di identità digitale e interoperabilità transfrontaliera.
Il peso delle normative europee
L’Unione Europea ha posto le basi normative della Trust Economy con il regolamento eIDAS.
eIDAS garantisce riconoscimento reciproco delle identità elettroniche nazionali e dei servizi fiduciari tra Stati membri, imponendo standard tecnici comuni.
Ad esempio: un certificato di firma qualificata emesso in Italia deve essere riconosciuto in un altro paese europeo come equivalente. La legge assicura così trasparenza e interoperabilità nel mercato unico digitale. Nel 2024 è entrata in vigore la nuova regolamentazione europea sull’identità digitale che richiede a ogni Stato membro di offrire entro il 2026 almeno un wallet digitale conforme. Allo stesso tempo, dal 2023 la Commissione sta co finanziando progetti pilota coinvolgendo 360 enti da 26 Paesi) per testare questi wallet e garantire compatibilità tra i sistemi nazionali. Grazie a queste normative, gli standard europei stanno diventando un modello globale: eIDAS facilita scambi elettronici sicuri e interoperabili in UE, mentre l’adozione di wallet interoperabili rafforza la fiducia nei servizi transfrontalieri.
Interoperabilità: il caso Aruba e Asseco
Uno degli obiettivi centrali del regolamento eIDAS è la costruzione di un mercato digitale europeo davvero integrato, dove i servizi fiduciari possano operare in modo interoperabile oltre i confini nazionali. In questo contesto, la capacità dei Qualified Trust Service Providers di garantire la compatibilità tra sistemi diversi è un elemento cruciale per lo sviluppo della Trust Economy su scala europea.
Un esempio concreto in questa direzione è rappresentato dalla Proof of Concept (PoC) condotta da Aruba PEC e Asseco Data Systems. La sperimentazione ha dimostrato la possibilità di scambiare comunicazioni sicure tramite servizi di e-Delivery qualificato tra Italia e Polonia, pur partendo da infrastrutture basate su standard tecnici differenti: REM (Registered Electronic Mail) nel caso italiano, e AS4 nel contesto polacco.
Questa collaborazione ha evidenziato che è possibile realizzare un sistema di recapito elettronico certificato interoperabile e conforme al regolamento eIDAS, capace di facilitare lo scambio di dati e documenti tra soggetti pubblici e privati in diversi Stati membri. Si tratta di un passo concreto verso la creazione di un’infrastruttura europea della fiducia digitale realmente condivisa e funzionale.
I cardini della Trust Economy
In definitiva, il passaggio dalla Digital Economy alla Trust Economy segna la consapevolezza che la fiducia digitale è diventata il pilastro fondamentale per sostenere interazioni e transazioni online sempre più diffuse. In questo scenario, i QTSP svolgono un ruolo cardine come garanti affidabili, assicurando attraverso servizi fiduciari qualificati – dall’identità digitale alle firme elettroniche e alla conservazione a norma – l’autenticità, l’integrità e il valore legale dei dati e dei documenti digitali. L’adozione di un ecosistema fiduciario interoperabile e sicuro offre benefici tangibili per cittadini e imprese: transazioni transfrontaliere più sicure, procedure amministrative semplificate, rischi operativi ridotti e processi digitali più efficienti. Ne risulta un ambiente digitale in cui innovazione tecnologica e fiducia procedono di pari passo, assicurando che la trasformazione digitale poggi su basi solide di sicurezza e affidabilità.
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