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Il nuovo ruolo della Puglia nell’industria della sicurezza


Difesa e Aerospazio, la Puglia in «pole position» si candida a diventare il nuovo polo strategico per l’Italia. Secondo l’analisi «La Difesa al centro dell’Europa» presentata da «Bain & Company Italia», con la spesa militare europea destinata a crescere del 70% entro il 2035 – passando da 375 a oltre 600 miliardi di euro secondo le stime attuali – il settore della sicurezza sta vivendo una vera e propria trasformazione. E in questo scenario in rapido cambiamento, il Mezzogiorno trainato dalla Puglia si sta affermando come una delle regioni italiane con il maggiore potenziale industriale, tecnologico e strategico. La nostra regione, infatti, già oggi rappresenta uno dei poli più avanzati in Italia nei settori Difesa e Aerospazio, con un distretto altamente integrato capace di coprire l’intera filiera: aerostrutture, motori, software spaziali, propulsione, velivoli leggeri, droni e infrastrutture militari.

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Le principali concentrazioni industriali si trovano tra Brindisi, Taranto, Bari, Foggia e Grottaglie.

Finora la Difesa, come sottolinea l’analisi di «Bain & Company Italia», è stata spesso vista come una voce di spesa e non come leva di crescita economica e industriale. In particolare, per l’Italia – che investe ancora meno dell’1,5% del proprio PIL in questo settore – il nuovo contesto internazionale rappresenta un’occasione di rilancio. Al vertice NATO tenuto a L’Aja il 24 e 25 giugno, i leader dell’Alleanza hanno alzato l’asticella: l’obiettivo di spesa militare per i Paesi membri passa dal 2% al 3,5% del PIL entro il 2035, con un ulteriore 1,5% destinato a infrastrutture critiche, innovazione e resilienza industriale. «Il nuovo obiettivo al 3,5% del PIL rappresenta una soglia estremamente ambiziosa, che richiederà forti scelte politiche e significative riallocazioni di bilancio», spiega Pierluigi Serlenga, Managing Partner Italia di Bain & Company e co-leader globale Aerospace & Defense. «Dal 2014 l’impegno è cresciuto, ma in modo asimmetrico: la Polonia ha più che raddoppiato la propria spesa, mentre altri Paesi restano ben al di sotto della soglia minima. Tuttavia, questo incremento aprirà importanti opportunità industriali e tecnologiche». Per l’Italia, e per il Sud in particolare, potrebbe essere l’inizio di una nuova stagione industriale. A patto di saper cogliere l’occasione. La Puglia si presenta con una filiera già attiva, articolata e pronta a cogliere le sfide dei prossimi anni. Il sistema industriale italiano dell’aerospazio e difesa è ampio, ma frammentato. Secondo l’analisi di Bain, al di fuori dei grandi gruppi come Leonardo, esistono almeno 96 imprese rilevanti, in gran parte Pmi con un’elevata specializzazione tecnica.

«Questo quadro delinea un mercato costituito da numerosi operatori specializzati ma di scala limitata, condizione che potrebbe rappresentare un terreno fertile per operazioni di consolidamento industriale o investimenti strategici mirati», spiega Sergio Iardella, Senior Partner e responsabile italiano Private Equity di Bain & Company. Tradotto: servono capitali, alleanze, visione industriale. Perché se la domanda crescerà, il rischio è che – senza una base produttiva solida e scalabile – saremo costretti a continuare a comprare all’estero. Per il Mezzogiorno è un’opportunità di puntare sulla manifattura di alta tecnologia, dal momento che non è estraneo al mondo della Difesa. In Puglia operano aziende di altissimo livello nei comparti dei materiali compositi, della meccanica di precisione, dell’elettronica avanzata. In provincia di Foggia si producono componenti per i velivoli militari. A Brindisi e Taranto operano realtà nel campo navale e aerospaziale.
Secondo Serlenga, «Il contributo della produzione militare e aerospaziale ha una incidenza sul PIL della regione Puglia che raggiunge il 2%, oltre il doppio della media nazionale. Una delle prime regioni italiane accanto a Piemonte, Lazio e Campania. Dal punto di vista delle risorse, la manodopera è fortemente qualificata, con quasi 8.000 addetti sul territorio e con una quota significativa di ricercatori e progettisti».

Ma quali sono i poli d’eccellenza pugliesi della Difesa? Partiamo da Bari dove opera Isotta Fraschini Motori, storica azienda oggi controllata da Fincantieri, leader internazionale nella cantieristica militare e civile. Lo stabilimento barese ha vissuto un’importante fase di rilancio negli ultimi anni, trasformandosi in un centro di innovazione e sviluppo tecnologico. Qui si producono motori diesel di ultima generazione, tra cui quelli destinati ai Pattugliatori Polivalenti d’Altura della Marina Militare italiana. Non si tratta solo di meccanica pesante: i motori Isotta Fraschini sono progettati per applicazioni avanzate, come i sistemi amagnetici usati per la bonifica delle mine, e vengono oggi integrati in programmi sempre più sofisticati. In parallelo, la società ha avviato il progetto «IFuture Hydrogen», volto a sviluppare motori navali alimentati a idrogeno e tecnologie fuel cell: una direzione che guarda alla sostenibilità e alla decarbonizzazione della flotta del futuro. Un altro attore chiave è Orizzonte Sistemi Navali, joint venture tra Fincantieri e Leonardo, che ha sedi operative anche in Puglia e partecipa attivamente alla progettazione e realizzazione di corvette, fregate e navi militari per la Marina italiana e per clienti esteri. Oltre all’attività produttiva, OSN investe nella formazione e nella ricerca: a Bari, in collaborazione con il Politecnico, ha lanciato programmi per coinvolgere giovani ingegneri in progetti di intelligenza artificiale applicata alla difesa navale, manutenzione predittiva e sicurezza informatica. Un chiaro esempio di come l’industria possa dialogare con l’università, creando valore e competenze. Accanto al comparto navale, la Puglia si distingue anche nel settore aerospaziale, grazie alla presenza di grandi imprese come Leonardo (a Grottaglie, Foggia e Brindisi), Avio Aero (Brindisi), Sitael (Mola di Bari), Blackshape (Monopoli), Novotech (Avetrana), e molte altre. Grottaglie è sede di uno degli impianti più avanzati al mondo per la produzione di fusoliere in materiale composito, destinate al Boeing 787. Brindisi ospita invece strutture dedicate alla propulsione, alla manutenzione dei motori e alla componentistica per elicotteri. Non manca lo spazio: la pugliese Sitael è tra le poche aziende europee capaci di costruire micro-satelliti completi, e ha lanciato nel 2025 una vera e propria «space factory» con camere pulite e sistemi di test di livello NASA/ESA.

Pierluigi Serlenga spiega ancora che: «Negli ultimi 10 anni il settore aerospazio in Puglia è cresciuto, (seppur ad un ritmo leggermente inferiore a quello nazionale) a fronte di un calo nel resto delle aree del Mezzogiorno. Rappresenta oggi oltre un terzo del valore aggiunto del settore nel Sud Italia». La sicurezza può rappresentare dunque per la Puglia una nuova alternativa di sviluppo: non solo spesa pubblica, ma fattore strategico di crescita.

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