Immaginate di essere nel pieno della vostra attività lavorativa e di vedervi togliere, da un momento all’altro, il vostro principale strumento di lavoro. Se riuscite a figurarvi tale situazione, potrete capire la condizione psicologica in cui vivono molti agricoltori italiani, preoccupati di essere derubati dei propri trattori, magari proprio dei modelli più nuovi acquistati investendo somme importanti.
Ultimamente, complice anche la diminuzione generale delle attività delinquenziali in Italia, i furti di trattrici e attrezzature agricole hanno registrato un progressivo calo, ma rappresentano ancora un fenomeno diffuso su tutto il territorio che genera angoscia in molti agricoltori e contoterzisti da nord a sud.
Diamo un’occhiata ai numeri degli ultimi anni prima di capire quali soluzioni possono aiutare gli operatori a prevenire le sottrazioni di macchine o, perlomeno, minimizzare i danni provocati dalle bande di ladri.
Meno furti, ma di maggior valore
Secondo i dati forniti a Federacma dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno, nel nostro paese i furti denunciati di macchine agricole si sono dimezzati in 8 anni, passando da quasi 9.200 nel 2017 a poco più di 4.400 nel 2024. Nel 2024 le sottrazioni di trattrici e attrezzature agricole sono state 578 in meno rispetto al 2023, concluso con quasi 5mila furti. “In assenza di un sistema di rilevazione automatico e tempestivo, Federacma si impegna a monitorare l’andamento dei furti di mezzi agricoli a livello nazionale e regionale offrendo al settore strumenti concreti per comprendere e affrontare il fenomeno” afferma Andrea Borio, Presidente di Federacma.
Nel 2024 le regioni più colpite dalle bande di ladri sono state la Puglia (715 furti) e la Sicilia (503 furti), seguite da Emilia Romagna e Lombardia con rispettivamente 399 e 376 furti. Nonostante i numeri alti, dal 2017 al 2024 Puglia e Sicilia – ma anche Campania e Toscana – hanno registrato sempre meno crimini. Diversamente, negli ultimi quattro anni in Emilia Romagna i furti sono tornati ad aumentare, seppur di poco. In Lombardia ci sono stati picchi di oltre 450 denunce nel 2021 e nel 2023, mentre il 2024 è stato più “tranquillo” con meno 80 furti rispetto all’anno precedente.
Furti denunciati di macchine e attrezzature agricole in Italia dal 2017 al 2024
(Fonte foto: elaborazione Federacma su dati Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero degli Interni)
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La diffusione dei furti nelle aziende agricole lombarde ed emiliane è testimoniata da recenti notizie di cronaca. A inizio maggio, è avvenuto l’arresto di otto persone in Romania che tra il 2024 e il 2025 avevano rubato decine di macchine agricole, tra cui trattrici, in imprese delle province di Milano, Brescia e Venezia, per un valore stimato di oltre 1,6 milioni di euro. A metà aprile 2025 un’altra banda ha rubato tre trattori del valore di oltre 120mila euro presso la Fattoria didattica Cotti a Pilastro di Langhirano, in provincia di Parma.
Uno dei motivi per cui Lombardia ed Emilia Romagna, ma anche Veneto e Piemonte, sono molto esposte ai colpi criminali è la maggiore concentrazione di modelli di medio-alta potenza moderni e con tecnologie avanzate. I ladri portano a termine meno furti rispetto al passato, ma tentano di rubare soprattutto i mezzi più nuovi che consentono di mantenere il loro “business” redditizio anche a fronte di un calo numerico.
“Le bande criminali compiono furti anche presso i concessionari, soprattutto in concomitanza con l’arrivo di macchine agricole nuove. Fanno sopralluoghi per individuare le novità per poi sottrarle di notte” aggiunge Borio.
Macchine agricole, quali sono i principali bersagli dei ladri?
Non è possibile individuare con precisione quali sono le tipologie di macchinari più prese di mira dai ladri, perché i dati ufficiali forniti a Federacma dal Ministero dell’Interno non fanno distinzioni tra i mezzi rubati, ad esempio dividendoli tra trattori e attrezzi agricoli.
“Abbiamo richiesto più volte una classificazione delle macchine rubate, proprio per poter comprendere meglio la natura del fenomeno e mettere in campo strategie di prevenzione più mirate – spiega Borio. Continueremo a sollecitare un affinamento della rilevazione statistica in modo da poter affiancare in modo più efficace le istituzioni, le forze dell’ordine e le imprese agricole nella tutela del parco macchine del settore”.
Avere dati più puntuali e completi è cruciale, perché trattrici e attrezzature – oltre ad avere destinazioni d’uso molto diverse – vengono sottratte, riciclate o rivendute con modalità differenti. Un sistema di tracciabilità più dettagliato consentirebbe di capire se, a livello nazionale e regionale, i furti si concentrano maggiormente su macchine di maggior valore economico o se colpiscono invece strumenti più diffusi e facilmente rivendibili.
Agricoltori: attenzione ai trattori di media potenza!
Non sono disponibili neanche dati ufficiali che segmentino i furti in base alla potenza o alla tipologia specifica dei trattori sottratti. “Dai riscontri raccolti regolarmente presso i nostri associati e gli operatori agricoli, emerge una tendenza preoccupante: i bersagli preferiti dai ladri sono i trattori di fascia medio-alta, spesso con potenza sopra i 100 cavalli – precisa Borio. Tali modelli, grazie all’elevato valore commerciale e alla facilità con cui possono essere reimmatricolati o rivenduti all’estero, risultano particolarmente appetibili per il mercato nero“.
I trattori utility di media potenza risultano più facili da rubare perché, in genere, sono meno accessoriati rispetto ai modelli di alta fascia e quindi sono privi di quei dispositivi che consentono di rintracciarli dopo il furto. Sono anche più semplici da nascondere e trasportare rispetto ai fratelli maggiori per via delle dimensioni più contenute.
“Inoltre, essendo mezzi tuttofare, i trattori utility spesso rappresentano strumenti essenziali per lo svolgimento di diverse attività agricole. Dunque, il loro furto ha un impatto pesante non solo sul bilancio economico delle aziende, ma anche sulla loro operatività quotidiana“ prosegue Borio.
Tuttavia, sulla base di alcune notizie di cronaca dell’ultimo periodo, possiamo dire che i ladri prendono di mira anche trattori più potenti e dotati di diversi accessori, come caricatori frontali e tecnologie per l’agricoltura di precisione. Apprezzata dalle bande pure la presenza dei sollevatori posteriore e anteriore, che rendono i mezzi più versatili e quindi più appetibili per la rivendita in Italia o all’estero.
Evitare i furti è possibile
Per ridurre il rischio di essere derubate di trattori e attrezzi, le imprese agricole possono adottare un approccio molto prudente nella gestione del parco macchine e complicare il “lavoro” dei ladri con diverse soluzioni. Tra queste, ricordiamo:
- allarmi, telecamere e sensori di movimento che segnalano in tempo reale all’agricoltore l’ingresso di sconosciuti in azienda;
- portoni, serrature e catene difficili da aprire che rallentano l’avvicinamento dei ladri ai mezzi agricoli;
- sistemi antifurto efficaci installati sui trattori e sugli attrezzi.
In commercio troviamo sostanzialmente antifurto meccanici ed elettronici che si dividono in immobilizer e antifurto satellitari.
Gli antifurto meccanici evitano la messa in moto del trattore, bloccando l’impianto frenante o la frizione o – nel caso del block shaft – bloccando le ruote anteriori nella posizione di massima sterzatura. Tali sistemi sono poco costosi, ma anche abbastanza semplici da rimuovere e totalmente inutili se i ladri optano per il sollevamento del mezzo, poi caricato su un camion.
Gli immobilizer non agiscono sulle componenti meccaniche, ma sulla Electronic control unit (Ecu) del trattore, richiedendo l’inserimento di un codice di sicurezza per l’avviamento. Sono maggiormente efficacia rispetto ai sistemi meccanici, ma hanno anche un prezzo più alto.
Ancora più efficaci (e costosi), gli antifurto satellitari possono intralciare notevolmente i ladri perché, essendo piccoli e facili da nascondere, non si notano e perché, sfruttando il segnale Gps, mandano avvisi all’agricoltore appena il trattore viene spostato fuori da un’area prestabilita. Con i sistemi satellitari, che richiedono la stipula di un contratto di assistenza, gli imprenditori agricoli derubati possono allertare tempestivamente le forze dell’ordine e monitorare in tempo reale la posizione dei mezzi sottratti.
È possibile ordinare gli antifurto satellitari direttamente dai costruttori in fase di acquisto del trattore e/o da aziende specializzate in un momento successivo. Tuttavia i sistemi montati in fabbrica si trovano in una posizione standard, spesso di facile individuazione per i ladri più esperti, mentre quelli installati in retrofit possono essere posizionati con maggior libertà sui mezzi, scegliendo aree difficilmente accessibili ai criminali.
“Dunque è consigliabile integrare il sistema antifurto satellitare del trattore, più vulnerabile ai ladri, con moderni dispositivi in retro fit che possano garantire maggiori discrezione e sicurezza, rendendone più difficile l’individuazione e la disattivazione da parte delle bande criminali” fa sapere Borio.
Sistemi antifurto satellitari, richieste ancora basse
Pur garantendo un livello di protezione elevato per ogni tipo di macchina, gli antifurto satellitari sono utilizzati spesso nei settori dei trasporti e della logistica, ma ancora di rado nel comparto agricolo.
“Nonostante i concessionari associati a Federacma consiglino da tempo l’adozione di sistemi antifurto satellitari di ultima generazione, gli agricoltori sono poco propensi a investire in questi strumenti di sicurezza. C’è una tendenza a sottovalutare il rischio fino a quando non si subisce un furto e, a quel punto, il danno è fatto – spiega Borio.
Sul mercato esistono sia antifurto satellitari di buona qualità con un costo medio inferiore ai mille euro sia dispositivi più economici da 100 o 200 euro, facilmente individuabili dai ladri e quindi meno efficaci. A frenare l’adozione di tali sistemi non è tanto il costo quanto la mancata inclusione dell’antifurto nei finanziamenti delle macchine agricole: se fosse incentivato anche l’acquisto degli antifurto, il costo non graverebbe direttamente sull’agricoltore ma sarebbe distribuito nel piano finanziario”.
Consapevole che per cambiare la situazione bisogna andare oltre la logica della “scelta facoltativa”, Federacma ha chiesto più volte ai decisori politici di rendere obbligatorio – in caso di acquisto di macchine agricole con finanziamenti pubblici – l’equipaggiamento con sistemi antifurto satellitari collegati a reti di controllo come l’Interpol. “L’obbligo di montaggio di antifurto sarebbe un modo concreto per evitare che i mezzi acquistati con fondi pubblici finiscano sul mercato nero estero, vanificando l’investimento dello Stato italiano” sottolinea Borio.
Di recente, fondi dedicati all’acquisto di sistemi di sicurezza contro i furti di macchinari agricoli sono stati inclusi in alcuni bandi regionali o in misure più ampie legate all’ammodernamento del parco macchine, ma rappresentano eccezioni alla regola.
“A nostro avviso, la protezione delle macchine agricole deve diventare parte integrante delle strategie di investimento pubblico nel settore – sostiene Borio. Inserire l’antifurto nei criteri di ammissibilità dei finanziamenti, ad esempio nei bandi Psr o negli incentivi per il rinnovo del parco macchine, contribuirebbe a tutelare le attività delle aziende agricole e a salvaguardare le risorse pubbliche investite. Urge introdurre una misura nazionale dedicata alla sicurezza del parco macchine agricole”.
Trattore rubato: correre ai ripari con l’assicurazione
Oltre a tentare di prevenire il furto di macchine agricole con i sistemi più avanzati, è importante limitare i danni causati dai ladri con il supporto di polizze assicurative furto e incendio, ancora poco diffuse tra i proprietari di trattrici e attrezzature.
“Meno del 5% dei rivenditori associati di Federacma offre abitualmente l’assicurazione furto e incendio in fase di vendita e anche la richiesta di questo tipo di polizza da parte dei clienti è ancora molto limitata – fa sapere Borio. Tuttavia, quando si acquista un mezzo agricolo tramite finanziamento, la polizza furto e incendio diventa obbligatoria e spesso si stipula con la compagnia indicata direttamente dalla banca che eroga il prestito. In questi casi, la copertura è prevista per regolamento, non per iniziativa del concessionario o del cliente”.
Nonostante la domanda bassa, l’offerta di assicurazioni sul furto è ampia e variegata: alcune compagnie offrono assicurazioni dedicate specificatamente alla protezione dei macchinari agricoli, mentre altre mettono a disposizione polizze personalizzate inserite nei pacchetti di RC agricola o multirischi azienda agricola.
Un esempio di assicurazione specifica, Attiva Macchine agricole di Generali Italia tutela la trattrice o altre macchine aziendali contro furti e rapine. In particolare, copre i danni al veicolo causati dallo scasso, dalla rapina, dal furto totale, parziale o tentato e da collisione, urto, ribaltamento e uscita di strada durante la circolazione dopo la rapina o il furto. In caso di furto totale, Attiva Macchine agricole corrisponde all’assicurato un’indennità di 100 euro per ogni giorno di indisponibilità del veicolo a partire dal terzo giorno successivo a quello di denuncia e fino al giorno del ritrovamento, della riconsegna o della sostituzione del mezzo, con il limite massimo di 30 giorni.
Tra le polizze multirischio c’è Universo Agricoltura di Allianz, dedicata alle imprese agricole, zootecniche e agli agriturismi. Gli imprenditori agricoli possono comporre la polizza scegliendo tra diversi tipi di garanzie, compresa la Garanzia Furto o rapina, in base alle loro esigenze. La Garanzia Furto o rapina tutela l’assicurato in caso di furto e rapina coprendo anche i danni derivati dal solo tentativo di furto.
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