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Resto al Sud 2.0: un boost di 356 milioni per i giovani che vogliono avviare un’attività


È stato pubblicato il decreto attuativo che dà il via alla seconda edizione della misura “resto al Sud”, che mira alla promozione dell’inclusione attiva e dell’inserimento al lavoro dei giovani inoccupati di età compresa tra i 18 e i 35 anni (non ancora compiuti).

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La misura, prevista dal Decreto coesione nel maggio 2024 (decreto-legge 60/2024), mette a disposizione 356,4 milioni di euro per finanziare specifiche azioni a sostegno dell’avvio di iniziative di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero professionali dei giovani che vogliono dar vita a tali iniziative nel territorio di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Le risorse a disposizione serviranno a finanziare anche la misura ACN (Autoimpiego Centro-Nord Italia) e per servizi di tutoring finalizzati alla creazione delle competenze strumentali per le attività che le misure intendono agevolare. Complessivamente le diverse misure possono contare su uno stanziamento di 800 milioni di euro (100 milioni a valere sul PNRR e 700 milioni finanziati dal Fondo Sociale Europeo Plus).

Le modalità e i termini per la presentazione delle domande saranno stabilite da un successivo decreto del Direttore Generale delle politiche attive del lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che sarà emanato entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto attuativo.

“Resto al Sud 2.0”, a chi si rivolge la misura

La misura è rivolta ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni che rispettano almeno due dei seguenti requisiti:

  • essere in una condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale o di discriminazione, così come definita dal PN GDL;
  • essere inoccupati, inattivi o disoccupati;
  • essere disoccupati GOL (ovvero rientrare tra le categorie di persone a cui è rivolto il Programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori)

Iniziative economiche ammissibili al finanziamento

Il decreto supporta diverse forme di iniziative economiche avviate da giovani in possesso dei requisiti sopra indicati, purché siano state costituite nel mese precedente alla domanda e risultino inattive alla stessa data.

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per lavori di ristrutturazione

 

Le iniziative ammissibili includono:

  • Lavoro autonomo, avviato tramite l’apertura di una partita IVA
  • Impresa individuale, regolarmente iscritta al Registro delle Imprese
  • Impresa in forma societaria, regolarmente iscritta al Registro delle Imprese (ad esempio, società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società a responsabilità limitata o società cooperativa)
  • Attività libero-professionali, anche svolte nella forma di società tra professionisti.

Nelle società, è consentita la partecipazione di soggetti che non rientrano nelle categorie di beneficiari, a condizione che il controllo e l’amministrazione della società siano detenuti dai soggetti beneficiari per i primi tre anni dall’iscrizione.

Non sono considerate ammissibili le attività che, pur se cessate nei sei mesi precedenti la domanda, presentano un codice Ateco identico (fino alla terza cifra) a quello di un’attività già posseduta dai richiedenti.

Ogni soggetto può presentare una sola domanda.

Le risorse a disposizione e le agevolazioni previste

La misura “Resto al Sud 2.0” può contare su risorse pari a 356,4 milioni di euro. Le iniziative economiche ammissibili possono beneficiare di possono beneficiare di un finanziamento a forma voucher e di un contributo a fondo perduto.

Il finanziamento può coprire il 100% dell’investimento da realizzare, fino a un limite massimo di 40.000 euro per ogni singola iniziativa.

Il limite massimo può essere innalzato a 50.000 euro se l’investimento è destinato all’acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali, oppure a beni che promuovono la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.

Spese ammissibili al contributo in forma di voucher

Il contributo in forma di voucher copre spese strettamente connesse e funzionali all’avvio dell’attività economica.

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Sono ammissibili l’acquisto di macchinari, impianti, attrezzature e arredi nuovi di fabbrica. Rientrano anche i programmi informatici e i servizi per le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni, incluse le licenze software, la progettazione e lo sviluppo di software applicativi, piattaforme digitali e App.

Sono previste agevolazioni anche per le immobilizzazioni immateriali, come l’acquisizione di competenze per lo sviluppo di prodotti, servizi o processi ad alto contenuto tecnologico, la progettazione e lo sviluppo di portali web promozionali, il visual o digital brand, e l’ideazione e realizzazione di marchi e denominazioni (brand naming).

Rientrano tra le spese ammissibili anche le consulenze tecnico-specialistiche, ma solo se fornite da ETS e non superano il 30% dell’importo totale del voucher. Le consulenze ammissibili riguardano la progettazione e lo sviluppo di soluzioni innovative (di processo o di prodotto), la progettazione, lo sviluppo, la realizzazione e il testing di prototipi, modelli, stampi e matrici, e le certificazioni ambientali e/o energetiche.

Sono invece escluse le spese per l’acquisto di terreni, l’acquisto o la ristrutturazione di immobili, e le consulenze per la predisposizione della domanda di agevolazione o quelle legali, fiscali e tributarie.

Tutte le spese ammissibili devono essere sostenute entro nove mesi dalla data del provvedimento di concessione, con una possibile proroga di altri tre mesi, per un massimo di dodici mesi complessivi.

Contributo a fondo perduto per programmi di investimento: condizioni e spese ammissibili

Le iniziative economiche ammissibili alla misura “Resto al Sud 2.0” possono richiedere anche un contributo a fondo perduto per realizzare programmi di investimento ben strutturati e funzionali.

L’ammontare del contributo varia in base all’importo del programma di investimento:

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  • per programmi fino a 120.000 euro, il contributo può coprire fino al 75% dell’investimento ammesso
  • per programmi superiori a 120.000 euro ma non oltre i 200.000 euro, il contributo può arrivare fino al 70%

Per accedere a questa agevolazione, è necessario allegare alla domanda un piano d’impresa redatto secondo lo schema prestabilito. Le spese ammissibili sono le medesime di quelle indicate nel paragrafo precedente.

Sono invece escluse le consulenze per la preparazione della domanda di agevolazione e quelle legali, fiscali e tributarie.

Tutte le spese ammissibili devono essere effettuate e pagate entro sedici mesi dalla concessione del contributo, con una possibile proroga fino a venti mesi.

Resto al Sud 2.0, come presentare domanda

L’accesso ai contributi avviene tramite una procedura valutativa “a sportello”. Le domande possono essere presentate solo dall’entità giuridica o organizzativa (sia essa individuale o collettiva) che si intende avviare.

La compilazione deve avvenire esclusivamente online attraverso la piattaforma di Invitalia.

Una volta compilata, la domanda deve essere firmata digitalmente dal titolare (per attività individuali) o dal rappresentante legale (per le società). È essenziale che ogni domanda includa una descrizione dettagliata dell’iniziativa che si intende avviare.

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Un provvedimento successivo definirà la data esatta di apertura dello sportello per la presentazione delle domande, il termine ultimo per le richieste di erogazione finale, e approverà gli specifici modelli di domanda e la documentazione da allegare.

La partecipazione ai percorsi formativi e di accompagnamento alla progettazione non è obbligatoria per presentare la domanda. Tuttavia, i risultati ottenuti in questi percorsi saranno premiati con un punteggio aggiuntivo, come stabilito dal provvedimento che verrà emesso.

Valutazione delle domande ed erogazione dei contributi

Se la domanda viene valutata positivamente Invitalia adotta, entro 90 giorni dalla presentazione della domanda, il provvedimento di concessione delle agevolazioni.

I soggetti beneficiari possono richiedere l’erogazione dei contributi decorsi tre mesi dalla data del provvedimento di concessione.

Le altre possibilità di agevolazione per i giovani non occupati

Oltre alla misura “Resto al Sud 2.0” il decreto attuativo fornisce disposizioni per la misura “autoimpiego centro-nord Italia” a supporto di iniziative economiche con sede operativa ubicata nei territori delle seguenti regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia- Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Marche.

Per la misura sono dedicati 219,6 milioni, erogati sempre sia in modalità “voucher” che come contributi a fondo perduto.

Ciascuna iniziativa agevolata beneficia, unitamente e inscindibilmente al contributo concesso, di servizi di tutoring del valore di 5.000,00 euro (cinquemila/00) finalizzati alla corretta fruizione delle agevolazioni e allo sviluppo delle competenze organizzativo-gestionali dei soggetti beneficiari.

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Trovate maggiori informazioni nel decreto attuativo che vi riportiamo in allegato.

decreto-attuativo-resto-al-sud-2.0



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