Nel mondo della moda e dei tessuti poche aziende sono in grado di vantare una storia così ricca e affascinante come quella di Reda 1865, una società fondata in un’epoca in cui il tessile era un settore emergente, il percorso di questa magnifica azienda inizia nel 1865 quando il suo fondatore Carlo Reda visionario imprenditore piemontese iniziò a produrre tessuti trasformando un vecchio mulino in un vero e proprio lanificio a Valdilana nel cuore delle Alpi Biellesi, la scelta di quel territorio non fu casuale, quella particolare zona era conosciuta per la sua tradizione tessile e la qualità delle materie prime in particolare della lavorazione della lana, non a caso il biellese divenne presto il più importante distretto tessile d’Europa. Nel 1919 l’azienda piemontese venne acquistata dai fratelli Botto Poala discendenti di una nota famiglia biellese di tessitori che grazie al loro impegno e passione diedero vita al lungo percorso che porterà il brand a diventare un punto di riferimento nel settore tessile e nella produzione di lana Merino a livello mondiale.
Con l’ingresso della famiglia Botto Poala il marchio Reda fu capace di distinguersi per la sua grande attenzione alla qualità e alla lavorazione artigianale, i primi prodotti lavorati furono i tessuti di lana capaci di risultare di una qualità insuperabile, la prima grande svolta della società biellese avvenne intorno agli anni 30/40 dove Reda iniziò a introdurre innovazioni tecnologiche nelle sue produzioni, investendo in macchinari all’avanguardia e in processi produttivi in grado di garantire standard molto elevati, la qualità dei suoi prodotti fu immediatamente riconosciuta in Italia e all’estero, decretandone il successo e il consolidamento del valore aziendale a livello globale. Negli anni successivi Reda ha saputo anticipare le tendenze del mercato ponendosi tra le prime che affronteranno il tema della sostenibilità in un periodo storico dove per molte società del settore era ancora pura fantascienza, l’azienda tessile biellese iniziò un percorso di grande impegno verso le pratiche eco-friendly utilizzando materiali riciclati e poi riducendo in modo eclatante l’impatto ambientale, diventando così un’azienda all’avanguardia e competitiva nel settore tessile non soltanto dal punto di vista qualitativo ma anche di quello eco-sostenibile, sino ad arrivare al 2004 quando le verrà assegnata come primo lanificio al mondo l’autorevole certificazione “Emas”.
Negli anni l’azienda è sopravvissuta alla crisi che ha colpito il settore tessile italiano, soprattutto quello del distretto biellese, grazie alla sua propensione all’adeguamento, alla qualità dei suoi tessuti, alla capacità di rendere il prodotto un unicum sul mercato globale e non per ultima alla superlativa gestione familiare capace di controllare direttamente tutta la filiera produttiva, fattori che gli hanno permesso di conquistare importanti quote di mercato, le preferenze di moltissimi sarti e consumatori finali di tutto il mondo, maison di moda prestigiose a livello nazionale e internazionale, che grazie al suo prodotto confezionano abiti preziosi con tessuti di questa storica realtà italiana. Reda è stata capace generazione dopo generazione di rinnovarsi e innovarsi facendo dell’integrità, dell’innovazione e della qualità i propri punti di forza, un’azienda che ha saputo evolversi e adattarsi ai cambiamenti economici e sociali mantenendo sempre il proprio impegno verso quei valori che le hanno permesso di diventare una delle più importanti realtà della nostra eccellenza.
QF Lifestyle ha incontrato Ercole Botto Poala, il CEO di Reda, per farsi raccontare aneddoti e novità di una storica azienda tessile, che da 160 anni fa parte dell’eccellenza del nostro Made in Italy.
Reda ha una storia importante che parte dalla famiglia nel lontano 1865, quanto della filosofia iniziale è ancora viva e attiva oggi?
In questi 160 anni di storia, che celebreremo proprio quest’anno in occasione di Milano Unica a luglio, Reda ha saputo rimanere fedele alla propria identità, evolvendosi con coerenza. I valori fondanti – il legame con il territorio, il know-how che si tramanda di generazione in generazione, l’attenzione alla qualità ed il rispetto per le persone e per l’ambiente – sono ancora oggi il cuore pulsante della nostra visione. Nel tempo, abbiamo trasformato il nostro modello di business integrando sostenibilità e innovazione, ma senza mai smarrire ciò che ci ha guidati fin dall’inizio: la cultura d’impresa familiare, la cura per i dettagli e la volontà di generare valore in modo responsabile. La filosofia iniziale non solo è viva, ma si è rafforzata: è il nostro punto di partenza quotidiano per guardare avanti, senza dimenticare da dove veniamo.
Cosa significa per lei essere erede di una così prestigiosa azienda familiare e quali responsabilità comporta?
Essere erede di un’azienda come Reda è prima di tutto un onore, ma anche una grande responsabilità che condivido con i miei cugini Francesco, Guglielmo e Fabrizio. Insieme abbiamo raccolto il testimone dai nostri padri, che a loro volta lo avevano ricevuto dalla generazione precedente. Questo passaggio generazionale è parte integrante della nostra storia ed ha contribuito a forgiare un’identità aziendale solida, fondata su valori condivisi e visione di lungo periodo. Crescere in un contesto familiare come il nostro significa sviluppare fin da subito un senso profondo di appartenenza: non sei solo un manager, ma un custode di una tradizione che ha attraversato i secoli. Il nostro compito oggi è duplice: preservare quell’eredità valoriale e, allo stesso tempo, innovarla. Raccogliere il passato per proiettarlo nel futuro, restando fedeli ai principi che ci guidano da sempre – eccellenza, integrità, sostenibilità – ma con lo sguardo aperto al mondo e alle sfide che ci aspettano.
Sino dagli anni 90 l’innovazione è stata un vostro punto di forza, vogliamo approfondire questo argomento?
L’innovazione è parte integrante del nostro DNA da sempre, ma è dagli anni ’90 che abbiamo iniziato a strutturarla come asset strategico su cui costruire la crescita. In quegli anni, Reda ha avviato un processo profondo di trasformazione industriale e culturale, investendo nella ricerca tecnologica e nella sostenibilità, molto prima che questi temi diventassero centrali nel dibattito globale. Abbiamo scelto di integrare verticalmente tutta la filiera, dal vello al tessuto, per avere il pieno controllo sulla qualità e sull’impatto ambientale dei nostri processi. Abbiamo investito in tecnologie proprietarie, in digitalizzazione, in sistemi di tracciabilità e nell’utilizzo di dati per migliorare le performance ambientali. E oggi l’innovazione per noi significa anche ridisegnare il concetto stesso di tessuto: più performante, più leggero, più durevole, ma anche più responsabile. Credo fermamente che innovare significhi avere il coraggio di mettersi in discussione continuamente, restando fedeli alla propria identità ma con la volontà di evolvere. In Reda lo facciamo ogni giorno, grazie ad un team straordinario e a una cultura aziendale che valorizza la curiosità, la competenza e la visione di lungo periodo.
Gestione, qualità e innovazione sono i vostri cardini fondamentali, ci vuole raccontare come si equilibrano questi 3 fattori?
Per noi non sono tre concetti separati, ma parti di un unico sistema che funziona solo se tutti gli elementi sono in equilibrio. Una buona gestione, intesa non solo come efficienza ma anche come visione strategica e governance consapevole, è la base per creare un ambiente dove qualità e innovazione possano esprimersi al massimo livello. La qualità, per Reda, non è mai stata un’opzione ma un requisito essenziale, frutto di una filiera che controlliamo in ogni fase e di competenze che si tramandano da generazioni. Ma la qualità da sola non basta, se non è accompagnata da una spinta costante all’innovazione. Innovare, per noi, significa migliorare ogni giorno: nei processi produttivi, nei prodotti, nei modelli di business, sempre con una forte attenzione alla sostenibilità. L’equilibrio tra questi tre pilastri si costruisce nel tempo, con una cultura aziendale solida, un team preparato e una leadership capace di leggere il cambiamento. È questo approccio integrato che ci ha permesso di crescere in modo coerente e responsabile.
Reda ha un forte legame con il territorio, che è il più importante distretto tessile Italiano, cosa ha determinato in termini territoriali questo successo?
Il nostro legame con il biellese è profondo ed identitario. Reda è nata e cresciuta qui, nel cuore di quello che è riconosciuto a livello internazionale come il distretto della lana per eccellenza. Questo contesto ci ha offerto un patrimonio inestimabile: competenze artigianali, cultura manifatturiera, rispetto per il lavoro e per la materia prima. Il successo del distretto non è frutto del caso, ma il risultato di una lunga tradizione condivisa, dove aziende, famiglie e comunità hanno contribuito a creare un ecosistema unico. L’accesso diretto a competenze tecniche altamente specializzate, ad una filiera integrata e ad un forte senso di collaborazione tra player del territorio ha sicuramente rappresentato un vantaggio competitivo. Oggi, sentiamo la responsabilità di restituire valore a questo territorio, continuando ad investire, a creare occupazione e a promuovere un modello di sviluppo che coniughi innovazione e radici.
Siete partiti lavorando la lana, quali sono oggi i vostri tessuti più richiesti?
La lana è da sempre il cuore della nostra identità e continua a esserlo, ma oggi, grazie all’innovazione, siamo in grado di interpretarla in modi nuovi e sorprendenti. Tra le linee più richieste c’è sicuramente Reda Active, che rappresenta la sintesi perfetta tra performance, comfort e sostenibilità. Grazie alle sue caratteristiche tecniche – traspirabilità, resistenza, elasticità naturale e termoregolazione – ci consente di collaborare con clienti molto diversi, in ambiti che vanno dall’abbigliamento formale allo sportswear, fino al leisurewear. È un tessuto che si presta alla realizzazione di capi spalla performanti ma anche, per esempio, di costumi da bagno. Accanto a Reda Active, la linea Reda Flexo ci consente di espandere ulteriormente la nostra proposta, grazie all’utilizzo di ROICA™ – un elastomero sostenibile di nuova generazione – che garantisce elasticità e comfort mantenendo l’eleganza e la qualità tipica dei nostri tessuti. Proprio per questa sua versatilità, Reda Flexo ci permette di rispondere alle esigenze di segmenti di mercato più ampi, tra cui quello femminile. Infine, REDA1865 è la nostra linea classica, senza tempo: l’espressione più autentica dell’eccellenza laniera biellese, dove l’eleganza si unisce alla tradizione, al gusto e all’equilibrio. È la nostra firma più iconica, pensata per chi cerca raffinatezza, qualità e uno stile che non segue le mode, ma le attraversa con coerenza. Questa versatilità nelle varie linee è la dimostrazione di quanto la ricerca sui materiali sia centrale nella nostra visione: partiamo da una materia prima nobile come la lana merino, ma lavoriamo costantemente per ridefinirne i confini applicativi, mantenendo sempre altissimi gli standard estetici, etici e funzionali.
Si parla tanto di sostenibilità, come vi state muovendo in questo senso?
Il nostro percorso verso la sostenibilità è iniziato negli anni ’90, quando abbiamo cominciato ad investire nella tracciabilità della materia prima, acquisendo fattorie in Nuova Zelanda per avvicinarci direttamente agli allevatori e comprendere meglio le loro esigenze. È stato un passo fondamentale per garantire che la nostra lana fosse eticamente prodotta, scegliendo di lavorare solo con lana ‘no mulesing’, un impegno che abbiamo preso per il rispetto degli animali e delle persone coinvolte nel processo produttivo. Questo è stato solo l’inizio di un percorso che ci ha portato nel 2004 ad ottenere la nostra prima certificazione, EMAS legata alla produzione, un traguardo che ha segnato un’importante tappa nel nostro cammino verso la sostenibilità. Oggi, dopo 30 anni di costante impegno, vediamo la sostenibilità non come un punto di arrivo, ma come un percorso continuo e in evoluzione, volto a migliorare le nostre performance aziendali in modo misurabile e concreto. In questi giorni stiamo redigendo il nostro sesto bilancio di sostenibilità, che sarà disponibile sul nostro sito ed è uno strumento che racconta in dettaglio tutte le attività ed i KPI che ci imponiamo ogni anno. La sostenibilità per noi è fatta di dati oggettivi e comparabili, non di parole o di proclami che spesso sono legati solo al marketing. Per questo ci impegniamo a misurare i nostri risultati non solo nell’ambito ambientale, ma anche sociale e di governance, affinché ogni aspetto delle nostre attività possa essere monitorato e migliorato continuamente.
In tema di passaporto digitale, per voi è un valore aggiunto avere uno strumento sulla tracciabilità?
Assolutamente, la tracciabilità è per noi un valore fondamentale. Grazie al passaporto digitale, saremo in grado di garantire la trasparenza totale lungo tutta la filiera produttiva, che permetterà al cliente finale di verificare in modo semplice e immediato l’origine e le caratteristiche del prodotto. Chi acquista un capo di abbigliamento oggi vuole conoscere la provenienza dei materiali, come e dove sono stati lavorati e quali sono gli impatti ambientali e sociali legati alla sua produzione. Il Digital Product Passport (DPP) è lo strumento che può aiutare l’intero sistema moda a diventare più trasparente, valorizzando la filiera e garantendo al consumatore finale una maggiore consapevolezza nell’acquisto. Il DPP è un passo fondamentale verso una maggiore responsabilità nel sistema moda, che consente di comunicare con chiarezza tutte le informazioni relative ai prodotti, rafforzando così il legame di fiducia con i clienti.
Il fast-fashion ha creato una crisi per il vostro settore?
Il fast fashion ha sicuramente avuto un impatto sul settore, specialmente in termini di velocità e volume delle produzioni, spesso a scapito della qualità e della sostenibilità. Tuttavia, per noi di Reda, questa tendenza ha anche rappresentato un’opportunità per distinguersi e riaffermare l’importanza della qualità, della tradizione e della sostenibilità, che sono i valori su cui costruire il nostro futuro. La nostra strategia è sempre stata focalizzata su un prodotto che resista nel tempo, non solo in termini di qualità dei materiali, ma anche in termini di stile ed etica.
Chi sono i vostri clienti?
Reda ha una clientela globale, che va dai più importanti nomi della moda internazionale a piccole realtà che cercano materiali di altissima qualità per le loro collezioni. Inoltre, grazie alla versatilità delle nostre linee, come Reda Active e Reda Flexo, siamo in grado di collaborare anche con brand che operano in segmenti diversi, dal casualwear allo sportswear.
Quali sono i vostri mercati di riferimento?
Italia, Francia, UK e Germania in Europa, USA, Giappone e Cina.
Parlando di giovani, come si approcciano le nuove generazioni al segmento tessile?
Reda ha da sempre investito in una forte collaborazione con il mondo accademico, stabilendo importanti rapporti con università, istituti superiori, tra cui l’ITIS TAM di Biella, e supportando programmi di formazione avanzata come il Master in Fibre Nobili. Siamo anche attivamente coinvolti in scambi con Australia e Nuova Zelanda, per favorire un confronto internazionale e arricchire la formazione dei nostri talenti. Inoltre, abbiamo avviato e sviluppato l’Academy Reda con l’obiettivo di trasferire il nostro prezioso know-how tecnico alle nuove generazioni, assicurando che la nostra tradizione di eccellenza nel tessile possa essere mantenuta e innovata nel tempo. Un passo fondamentale in questo percorso è stato il lancio del primo programma di formazione per Addetti Tessitori, che prevede moduli specifici e attività formative standardizzate, pensate per formare questa figura professionale in modo completo e altamente qualificato.
AI un’opportunità, oppure un pericolo?
Per noi, l’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità straordinaria. La utilizziamo in modo strategico nei brand che fanno parte del nostro gruppo, come Tailoor e Lanieri, per ottimizzare i processi e migliorare l’esperienza del cliente. Grazie all’AI, siamo in grado di personalizzare ancora di più le offerte, rispondendo alle esigenze specifiche di ogni cliente, e di migliorare l’efficienza nelle fasi di produzione e distribuzione. L’intelligenza artificiale ci consente di innovare costantemente e di rimanere al passo con i cambiamenti del mercato, portando valore aggiunto ai nostri prodotti e ai nostri clienti. La vediamo quindi come una risorsa importante per costruire un futuro più competitivo e sostenibile.
Fiere come Milano Unica sono ancora fondamentali per il vostro settore?
Assolutamente sì, la fiera non solo offre un’opportunità unica per presentare le nostre novità, ma è anche un momento cruciale per incontrare clienti, partner e professionisti del settore. Milano Unica è un punto di riferimento internazionale, un’occasione per ribadire il nostro impegno verso la qualità, la sostenibilità e l’innovazione. In generale, le fiere rimangono un’opportunità insostituibile per consolidare la nostra presenza nel mercato globale, interagire direttamente con i clienti e raccogliere riscontri che ci aiutano a migliorare continuamente.
Quali sono i progetti in termini d’innovazione nel 2025?
Uno dei progetti più rilevanti è The GOAT, acronimo di “Greatest of All Time”, che rappresenta per Reda una vera e propria dichiarazione d’intenti: ridefinire i confini del lusso attraverso una nuova visione del cashmere. The GOAT non è solo una collezione, ma un concept che unisce heritage ed innovazione, con l’obiettivo di coniugare estetica contemporanea e performance tecnica.L’utilizzo di cashmere pettinato di altissima qualità – simbolo di eccellenza e morbidezza estrema – è alla base di capi che si distinguono per design moderno, tagli oversize e un linguaggio stilistico che guarda allo streetwear evoluto. La collezione si articola in due anime complementari: una in puro cashmere, l’altra in blend di lana, lino e cashmere, per offrire massima versatilità tra leggerezza, comfort e durata, presentata alla 39ª edizione di Milano Unica, The GOAT incarna perfettamente il concetto di “luxury meets performance”: un total look pensato per una clientela dinamica e cosmopolita, alla ricerca di soluzioni sofisticate che non rinunciano alla funzionalità.
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