Dal nostro inviato – Si è concluso oggi a Valencia il Congresso del Partito popolare europeo (Ppe), un momento cruciale per la principale famiglia politica del Parlamento europeo. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 800 delegati, tra cui sei capi di Stato e di governo. Tra i temi principali della due giorni di dibattito spiccano competitività, sicurezza, difesa e sostegno all’Ucraina, immigrazione, transizione energetica e lotta ai populismi, ma anche i dazi.
Il Congresso ha visto la riconferma del tedesco Manfred Weber alla presidenza del partito per un secondo mandato triennale, senza rivali. La spagnola Dolors Monserrat è Segretaria generale e succede al greco Thanasis Bakolas. Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, è stato riconfermato tra i dieci vice-presidenti del Ppe, secondo per numero di preferenze. Il presidente Weber ha aperto i lavori sottolineando la necessità di coesione: “L’Europa è sotto pressione da più fronti: la guerra in Ucraina, le tensioni globali, le disuguaglianze economiche. Il Ppe deve essere il motore di un’Unione più forte, capace di proteggere i cittadini e difendere i nostri valori”. Weber ha anche criticato l’ascesa dei populismi: “Chi promette soluzioni facili mente. Noi crediamo in un’Europa che innova, non in una che si chiude”.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha espresso la sua preoccupazione per “l’imprevedibile” politica tariffaria dell’amministrazione statunitense di Donald Trump. “I dazi sono come le tasse. Danneggiano sia i consumatori che le imprese. Colpiscono Wall Street così come Main Street. Milioni di cittadini vedranno aumentare il costo dei generi alimentari. I medicinali costeranno di più, i trasporti costeranno di più. L’inflazione aumenterà. E questo danneggia in particolare i cittadini più vulnerabili”, ha evidenziato von der Leyen. “Dobbiamo rafforzare le nostre politiche distintive: mercati aperti, partenariati di scambio e investimento vantaggiosi per tutti, commercio libero ed equo”, ha spiegato la presidente della Commissione.
Sulla stessa linea, Tajani ha auspicato un accordo con gli Stati Uniti: “L’ideale sarebbe zero dazi con un mercato unico Stati Uniti-Ue”. Il leader di Forza Italia ha evidenziato in diversi interventi come le parole d’ordine del Congresso siano state la crescita economica e le riforme istituzionali a livello comunitario. In merito alla politica economica, Tajani ha auspicato un sostegno alle imprese che deve essere accompagnato dal cambiamento di alcune importanti scelte fatte nel passato con il Green Deal. “Siamo fortemente impegnati nella difesa dell’ambiente e condividiamo le parole di Papa Francesco: la questione sociale non può essere esclusa dalla lotta contro il cambiamento climatico. Quindi bisogna cambiare con un atteggiamento meno ideologico e più pragmatico”, ha evidenziato Tajani. Per quanto riguarda le riforme istituzionali, il vicepremier ha proposto “un unico presidente della Commissione e del Consiglio, più poteri al Parlamento europeo, abolizione del diritto di veto e lotta alla burocrazia e meno regole”. “Per ogni regola che viene scelta dall’Europa due devono essere cancellate”, ha detto.
Uno dei temi centrali è stato il rafforzamento della sicurezza europea. Il Ppe ha sottolineato l’urgenza di investimenti comuni in difesa e la necessità di una risposta unitaria alle minacce esterne, con particolare attenzione alla guerra in Ucraina e alla resilienza delle infrastrutture europee, come evidenziato anche dal blackout che ha colpito la Spagna alla vigilia dell’evento. “La pace in Europa richiede che ci assumiamo una responsabilità molto maggiore per la nostra difesa” , ha detto von der Leyen. La minaccia rappresentata dalla Russia non scomparirà e sappiamo che l’attenzione statunitense si sposterà sempre più verso altre regioni”, ha ammonito la leader della Commissione “Il Partito popolare europeo è sempre stato il partito della difesa europea. E oggi, siamo il partito che sta realizzando l’Unione europea della Difesa. Questo era il sogno di De Gasperi, Schuman, Adenauer e ora il loro sogno sta prendendo vita”, ha rimarcato von der Leyen.
Il Congresso del Ppe ha ribadito una linea dura sull’immigrazione irregolare. “E’ un sfida comune che richiede una soluzione europea e si sta affrontando seguendo una duplice strategia: controllare il numero di arrivi e attuare il nuovo Patto sulla migrazione”, ha detto la presidente della Commissione. “È importante che non avvenga a un ritmo più veloce di quello che le nostre comunità possono sostenere. Rispetteremo i nostri obblighi internazionali, lo abbiamo fatto in passato e lo faremo domani. Ma spetta a noi, europei, decidere chi viene in Europa e a quali condizioni, non ai trafficanti e agli sfruttatori. Essere rigorosi con la migrazione illegale ci permette di aprire la strada alla migrazione di manodopera, di cui abbiamo tanto bisogno. Perché l’Europa deve sempre essere aperta a nuovi talenti e competenze”, ha proseguito, aggiungendo che dall’inizio di quest’anno gli attraversamenti illegali delle frontiere sono diminuiti del 30 per cento. “Questo dimostra che il nostro impegno con i nostri vicini del Sud sta dando risultati e continueremo questo lavoro”, ha sottolineato von der Leyen. Questo deve essere accompagnato da una più efficace politica dei rimpatri. “Non è accettabile che solo il 20 per cento di chi riceve una decisione negativa d’asilo lasci effettivamente l’Europa. È troppo poco, e non possiamo spiegarlo ai nostri cittadini”, ha ammesso la leader Ue.
Il Congresso del Ppe a Valencia si è confermato come un momento decisivo per tracciare la rotta dell’Ue nei prossimi anni. Con la riconferma di Weber, il principale gruppo parlamentare europeo ha ribadito la sua unità attorno a priorità chiare: sicurezza collettiva, competitività economica, gestione pragmatica delle migrazioni e difesa dei valori europei contro i populismi. Le parole di von der Leyen e Tajani hanno sottolineato l’urgenza di un’Europa più coesa, capace di affrontare le minacce globali – dai dazi alla crisi energetica – senza rinunciare alla sua identità di potenza democratica e innovatrice.
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