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Pac, Parlamento Ue: più fondi e no al Fondo Unico – Economia e politica


In una risoluzione adottata ieri, 7 maggio 2025, il Parlamento Europeo definisce la propria visione per il bilancio dell’Ue 2028-2034. Il prossimo bilancio pluriennale della Ue deve rispecchiare la realtà geopolitica, economica e ambientale ed essere flessibile. La spesa dei Paesi Ue non può basarsi sul “Piano Nazionale Unico”. I mega fondi che accorpano i programmi esistenti sono inadeguati, incluso quello con il quale la Commissione vorrebbe riunire Politica Agricola Comune e Politica di Coesione. È necessaria una forte supervisione parlamentare nell’assegnazione e nel monitoraggio dei fondi.

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Il budget va aumentato

Nel testo, non legislativo, approvato con 317 voti a favore, 206 contrari e 123 astensioni, i deputati chiedono un Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp) significativamente più ambizioso, in grado di rispondere alle crescenti aspettative dei cittadini europei in un contesto globale instabile. Il tetto di spesa attuale, pari all’1% del reddito nazionale lordo dell’Unione a 27 Stati membri, non è sufficiente ad affrontare il crescente numero di crisi e sfide, si afferma nella risoluzione, dato anche un contesto economico e sociale difficile, il divario di competitività e il peggioramento della crisi climatica e della biodiversità. In tale contesto l’Aula ha chiesto un budget per la Pac più congruo e indicizzato all’inflazione.

 

No ai piani nazionali unici

Il Parlamento respinge l’idea della Commissione di replicare il modello del dispositivo per la ripresa e la resilienza basato su un Piano Nazionale per Stato membro. I deputati chiedono invece una struttura che garantisca trasparenza, scrutinio parlamentare e il coinvolgimento delle autorità regionali e locali, nonché di tutti gli attori coinvolti. Nella risoluzione, si riafferma inoltre il ruolo fondamentale della politica di coesione nel rafforzare il mercato unico, ridurre le disuguaglianze e combattere la povertà. Nel caso della Pac, i piani unici nazionali – nei fatti – dissolverebbero la valenza europea degli interventi, con un ritorno alle logiche delle politiche agricole solo nazionali.

 

 

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Competitività, no al Fondo Unico

I deputati reputano inadeguata la proposta di un Fondo per la Competitività che accorperebbe vari programmi esistenti. E di conseguenza bocciano il Fondo Unico che avrebbe dovuto finanziare politiche agricole e di coesione. Chiedono invece la creazione di un nuovo fondo mirato che permetta di mobilitare investimenti pubblici e privati attraverso meccanismi di condivisione dei rischi sostenuti dall’Ue. Al centro il tema delle risorse idriche.

 

Semplificazione e trasparenza

Il prossimo bilancio a lungo termine deve ridurre gli oneri burocratici superflui per i beneficiari, affermano i deputati, senza però aumentare i margini di manovra della Commissione a scapito del controllo democratico del Parlamento. I deputati chiedono un bilancio semplificato, ma anche più trasparente.

 

Rimborso del debito e emissioni comuni

I deputati chiedono che il rimborso del debito per NextGenerationEU non comprometta i finanziamenti per le principali priorità dell’Ue. È necessaria una chiara separazione tra il rimborso del debito e la spesa per i programmi, affermano, esortando il Consiglio ad introdurre nuove fonti di entrate. Il ricorso al debito congiunto è considerato uno strumento valido per affrontare crisi comuni a livello dell’Unione, come quelle negli ambiti di sicurezza e difesa.

 

“Vogliamo che il prossimo bilancio a lungo termine sia attrezzato per affrontare le sfide attuali, aiutando l’Europa a reagire rapidamente alle crisi, proteggere meglio i suoi cittadini e costruire un’Unione più forte e competitiva. Vogliamo anche garantire un sostegno adeguato alle nostre priorità a lungo termine, come la politica agricola e di coesione. Proponiamo un aumento del Quadro Finanziario Pluriennale, responsabile e giustificato, andando oltre il limite dell’1% del Rnl. Se chiediamo all’Ue di fare di più, dobbiamo fornirle i mezzi per farlo. Il Parlamento approverà solo un bilancio a prova di futuro, flessibile, efficace e pronto a partire il 1° gennaio 2028. Per questo chiediamo che i negoziati inizino subito dopo la proposta della Commissione attesa a luglio”, ha dichiarato Siegfried Muresan (Ppe, Ro), deputato correlatore.

 

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Prossime tappe

Le priorità del Parlamento confluiranno nella proposta della Commissione sul prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue, attesa per luglio 2025. Il Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp) è stabilito per un periodo di sette anni e fissa i massimali di spesa per i diversi settori strategici. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento, che richiede la maggioranza dei membri che lo compongono, i governi dell’Ue adottano il Regolamento Qfp all’unanimità. Il bilancio a lungo termine attuale scade il 31 dicembre 2027.

 

Cia, soddisfazione per agricoltura e risorse idriche

In merito al voto sulla relazione per un rinnovato budget per l’Ue, Cia reputa importante l’approvazione da parte del Parlamento degli emendamenti della Commissione Agricoltura in cui si chiede un bilancio accresciuto e dedicato per la Pac nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, oltre alla sua indicizzazione all’inflazione attraverso una rivalutazione annua. Il Parlamento si è, inoltre, opposto all’idea di integrare la Pac in un unico fondo per ciascuno Stato membro e ha chiesto che vengano esplorate ulteriori fonti di finanziamento (oltre alla Pac) per fare fronte alle calamità naturali. Tutte priorità e richieste avanzate da Cia a difesa di un settore strategico per l’Italia e l’Europa.

 

Positivo anche il voto alla relazione sulla strategia per la resilienza idrica. L’Eurocamera si è, infatti, dichiarata favorevole a una gestione più efficiente dell’acqua in Ue, con un’attenzione specifica a interventi mirati per la regione mediterranea, in grave crisi per la siccità prolungata. Il Parlamento, inoltre, ha riconosciuto che la risorsa idrica è essenziale per l’economia, la sicurezza e la sovranità alimentare europea, nonché per il benessere socioeconomico delle comunità rurali.

 

Cia, ora, auspica che la Commissione Ue tenga in giusta considerazione le priorità espresse dal Parlamento, dall’acqua al budget, delineando un quadro finanziario che riconosca davvero il ruolo fondamentale del settore agricolo, mantenendo fondi e politiche specifiche.

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Confagricoltura, bene il no al Fondo Unico

“La posizione chiara espressa oggi dal Parlamento Europeo contro la proposta della Commissione Ue per un Fondo Unico che potrebbe compromettere il futuro della Pac è un segnale importante, che accogliamo con soddisfazione e che è in linea con quanto abbiamo sempre sostenuto a tutela del settore primario”.

 

Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sulla relazione dell’Europarlamento per un rinnovato Quadro Finanziario Pluriennale dell’Unione, che ha visto l’approvazione di due emendamenti fondamentali per il settore agricolo, con cui l’Aula non solo ha bocciato la proposta del Fondo Unico, ma ha anche chiesto un bilancio agricolo rafforzato. Confagricoltura ribadisce che la Pac deve assolutamente restare una politica europea forte, ben finanziata e non frammentata in strumenti nazionali che rischiano di generare squilibri tra gli Stati membri.

 

“Da sempre, e con ancora più forza in questo periodo particolarmente complesso, stiamo lavorando per garantire un giusto ed equo reddito agli agricoltori – aggiunge Giansanti -, ma anche sicurezza alimentare a tutti i cittadini con prodotti di eccellenza per la loro elevata qualità. Un lavoro che comprende inoltre una forte attenzione alla tutela e alla valorizzazione dei territori e delle tradizioni”.

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Confagricoltura continuerà a seguire da vicino gli sviluppi del dibattito sul bilancio pluriennale europeo. “La relazione di oggi dell’Europarlamento non è vincolante per la Commissione, ma è un chiaro segnale politico che non va sottovalutato – conclude Giansanti -. È fondamentale che le imprese agricole abbiano la stabilità necessaria per migliorare la loro competitività sui mercati internazionali”.



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